"Mi piace assai questo costume di
Venezia; colla maschera al viso ognuna va dove vuol, con chi vuol,
con liberta."
IL FESTINO - Atto II-Scena - 5
Carlo Goldoni
"I love these costumes of Venice.
At least anybody who has a mask on his face goes freely to any place
with anyone."
Celebration - Act II - Scene 5
Carlo Goldoni
CARLO GOLDONI
Il "Moliere" Italiano nacque nell'anno
1707 nel Palazzo Centani, che era una struttura gotica del 15* secolo,
nel rione di San Polo a Venezia durante le feste di Carnevale. Questo
palazzo nel 1931 é stato lasciato a Venezia per testamento dalla
famiglia ed é stato usato come Istituto di Arte drammatica. Dopo
il 1952 é stato aperto al pubblico come Museo del Teatro.
Carlo Goldoni diplomato in diritto era appassionato di teatro. Cominciò
la sua vita letteraria con opere tragicomiche e rivoluzionò la Commedia
dell'Arte negli anni 1748- 1762. Quando morí il 7 Febbraio 1793
durante il Carnevale, lascio 136 opere di teatro (La Locandiera
1753, I Rusteghi 1760, La Villeggiatura 1761, La Baruffe Chiozzate
1762).
Una sua statua di bronzo opera di Dal Zotto, il 20 Dicembre 1883
fu eretta in Piazza San Bartolomeo.
Le didascalie
Quando il territorio in cui vivevano fu invaso,
scapparono. L'ultima fermata fu una laguna, anzi uno stagno. Non
c'era nemmeno un albero, un minimo di terra fertile, una sorgente
d'acqua dolce. Il suolo non era robusto e qualche volta all'anno
c'era l'acqua alta ma questo non li ha impediti di costruire i palazzi
che sono a tutt'oggi in piedi che per costruirli avevano portato
i materiali da lontano. Qua la vita che é stata avviata dalla paura,
é giunta al massimo della sua creatività. Lo spirito ha sfidato
le condizioni materiali e ha esaltato la sua gloria con i monumenti
ancora in piedi. Per proteggere una tale scena, il concetto di tempo
non é valido a Venezia.
Venezia é stata ricreata come toccata da una bacchetta magica. Come
se l'avesse toccata anche oggi, Venezia protegge la sua atmosfera
magica come una citta da favola.
Le maschere sono tristi, come se piangessero un'epoca perduta...
Le ombre e i riflessi ... Le gondole che
galleggiano nei canali come cigni neri.
Il passato e il presente, il sogno e la realtà,
tutto si mescola ...
**** Il testo : Emel (Altan) Ege