Seconda parte
Il viaggio
in bicicletta dall'Italia alla Turchia
"Progetto Paflagonia"
Ritorno
alle Origini
Un viaggio tra sport, cultura ed avventura.
All'arrivo i cinque ciclisti che avevano pedalato
per 2974 chilometri ed i tre accompagnatori al seguito ebbero una
straordinaria sorpresa...ma andiamo con ordine!
Nella prima parte del racconto, già pubblicata, sono state narrate
le motivazioni del viaggio.
Ora raccontiamo il viaggio, la sua organizzazione ed il suo svolgimento.
Prima della partenza
Gli
organizzatori sapevano fin da subito che non era una cosa semplice
organizzare un viaggio per otto persone e per quasi un mese: in
bicicletta, in agosto, in due nazioni. Era necessario prendere contatti,
accordi, prevedere spese, predisporre itinerari, tappe, pernottamenti,
incontri, contatti con i media, trovare sponsor, avere interpreti
al seguito...
Alcuni protagonisti
La preparazione iniziò oltre un anno prima:
grandi protagonisti furono, oltre agli otto amici viaggiatori anche
altri personaggi, eccoli…
"Ho un'idea curiosa...un viaggio in
Paflagonia!" e uno degli organizzatori del viaggio la espose
all'amico Amerigo Sartore, imprenditore
della provincia di Padova (Italia) con un'azienda."Elite"
tra le leader italiane ed europee nella produzione di accessori
per il ciclismo amatoriale e sportivo. Da lì partì tutto e divenne
progetto realizzato.
Mujdat Yessildag è stato l'altro imprenditore
di Bursa e di Istanbul che ha promosso in terra turca il viaggio.
Muidat ha un'azienda che produce componenti per la segnalazione
acustica nei mezzi di trasporto e tiene rapporti commerciali anche
con l'Italia. E' stato questo personaggio che ha tenuto i contatti
con le autorità turche ed ha facilitato tutto il viaggio di oltre
1700 km da Cesme a Bartin.
Cafer Tufan Yazicioglu, parlamentare
del territorio di Bartin. Grande organizzatore e cordiale sostenitore
del progetto "Paflagonia" in tutte le sue fasi: dal lancio
in Italia, al lancio ad Istanbul, all'accompagnamento nel percorso
turco.
Emel Ege, farmacista, appassionata
del suo paese e di Venezia: all'inizio semplice interprete e poi
sempre più intelligente e preziosissima protagonista della continuazione
del progetto.
Riza Yalcinkaya, sindaco di Bartin,
città di arrivo della spedizione: energico ed attivissimo promotore
e sostenitore del progetto "Paflagonia" fin dalla sua
nascita.Ha organizzato una splendida accoglienza nella sua città
in tutte le fasi del, progetto anche oltre la prima fase
Da sinistra a destra: Mujdat Yessildag,
Cafer Tufan Yazicioglu, Riza Yalcikaya, Amerigo Sartore, Emel Ege
Il lancio del progetto
Il 12 luglio 2001 avvenne a Fontaniva, Padova,
Italia, presso l'azienda Elite di Amerigo Sartore, il lancio del
progetto, presente tra le varie autorità anche il sottosegretario,
allora, al Ministero della Cultura turca, Sig. Fikret N.Uccan. Fu
una cerimonia con oltre 100 persone presenti e con inni nazionali
e discorsi delle autorità e dei protagonisti.
Il 20 luglio, ad Istanbul, presso l'ambasciata italiana, presente
l'ambasciatore italiano e molte autorità, avvenne il lancio del
progetto in Turchia. La stampa e le televisioni seguirono e dettero
ampio risalto all'avvenimento.
Mr. Fikret N.Uccan Invitati, e autorità
al lancio del progetto
E partirono...
Era il 29 luglio quando la carovana partì
dal Veneto dopo che il sindaco di Fontaniva (Italia), Luciana Bertoncello,
tagliò il nastro in mezzo alla folla ed ai giornalisti.
In Italia:
Fontaniva, Padova ( presso la Tomba di Antenore il mitico capo troiano
che guidò, secondo, lo storico Tito Livio e il poeta epico Virgilio,
gli Eneti da Troia fino a dove ora sorge Padova ed in onore del
quale, nel medioevo, fu eretta simbolicamente la tomba che ora si
può vedere davanti al palazzo della provincia di Padova), Volterra
in Toscana (in onore della terra in cui svilupparono la loro civiltà
gli etruschi, popolo italico da cui i Veneti Antichi trassero l'alfabeto
per la loro scrittura), Terni, Pescara, San Severo, Bari, Brindisi.
In Turchia:
Cessme (punto di sbarco del traghetto da Brindisi), Izmir, Edremit
Cannakkale (Troia), Bandirma, Boursa, Adapazari, Bolu, Amasra (la
"perla del Mar Nero" con un bellissimo porto protetto
da penisole e con resti tra l'altro di epoca romana), Inebolu, Kastamonu
(la città più importante dell'area con vicino rovine poco conosciute
della città di Pompeiopolis (ora Taskopru), Safranbolu (uno scrigno
di storia ottomana dove le antiche abitazioni creano armonie e climi
impareggiabili), Bartin ( la città di arrivo della spedizione, l'antica
Partenio con il fiume cantato da Omero e circondato da bellissime
abitazioni ed ora ospitali abitanti).
Immagini del viaggio in Italia ed in Turchia. Sopra: tre dei cinque
ciclisti incoronati di alloro dopo una tappa molto dura, sulle coste
del Mar Nero.
Il viaggio in cifre
-Chilometri percorsi in bicicletta: 2974
-Temperature: dai 35 ai 41 gradi
-Forature: 7
-Preparazione atletica nei mesi precedente: dai 3 ai 7 mila Km percorsi
da ogni ciclista
-Tappe: 150 km in media (max 23° Km)
-Velocità media in pianura: 28\30 Km orari
Grafico dell'itinerario dallItalia (Veneto) alla Turchia (Paflagonia),
passando per Troia.
Del viaggiare...fascino e rischio
Dall'Italia e dal Triveneto, quell'anno 2001
non partirono soltanto gli otto protagonisti del "Progetto
Paflagonia", ma anche due altre spedizioni: una di queste percorse
8.000 Km, da Venezia a Pechino, passando per il nord della Turchia,
sulla strada del viaggiatore veneziano Marco Polo; l'altra spedizione
con altri tre ciclisti, giornalisti e scrittori, mosse dall'Italia
orientale, attraversò la ex Iugoslavia, la Grecia ed arrivò ad Istanbul.
Fu l'anno dei viaggi in bicicletta dall'Italia per, e, attraverso
la Turchia.
Il viaggiare!?
Perchè questo desiderio di viaggiare?
Forse dentro anche ad ogni uomo moderno rimane un Ulisse che desidera
esplorare, andare oltre i propri confini conosciuti, al di là...il
viaggiare diviene percorso nello spazio, nel tempo (storia) e anche
viaggio dentro di sè.
Nel viaggiare si incontrano anche i rischi! Ed ecco che durante
il viaggio, subito, al secondo giorno, in Toscana, in Italia, il
camper degli accompagnatori viene visitato dai ladri. Il furto sottrae
documenti, soldi ed attrezzature fotografiche e per videoriprese.
Tutto il viaggio è a rischio!
Il fatto crea uno scoraggiamento nella comitiva, ma poi si ritrova
l'energia e l'organizzazione per poter continuare limitando gli
inconvenienti.
Non è l'unico inconveniente del viaggio, seguono una caduta dalla
bici, una lieve dalla moto, un irritazione ad occhio di un ciclista…ma
nessun problema di "intestino" la cucina e la pulizia
del cibo non creano alcun problema alla spedizione.
Gli incontri
Viaggiare è incontrare gente.
Lungo le strade dell'Italia e della Turchia gli incontri sono stati
tanti ed anche le domande sul perchè di quel "Progetto Paflagonia".
Ogni sera, all'arrivo in ogni città, il gruppo veniva accolto ed
ospitato ad una cena del locale club Rotary.
Il Rotary è un'associazione internazionale fondata nel 1905, da
Paul Harris, negli Stati Uniti d'America. E' diffusa capillarmente
in tutto il mondo (30.000 club in 160 paesi) con scopi solidaristici
e di servizio nei riguardi delle comunità e delle persone. Persegue,
attraverso i suoi "service" azioni di aiuto, di pace,
di condivisione e di collaborazione. Il viaggio è stato sostenuto
dal Rotary dei due paesi, Italia e Turchia, ed in particolare dal
club di Cittadella (Padova, Italia) e di Bartin (Turchia).
L'incontro con i rotariani era sistematicamente seguito dalla descrizione
del senso del viaggio. L'ospitalità è stata bellissima come pure
l'aiuto e l'incoraggiamento.
Molto sentiti sono stati anche gli incontri con le persone lungo
le strade, gli scambi di doni, i discorsi e le accoglienze nelle
piazze dei paesi, gli spuntini, i pranzi nei villaggi, le bevute
dell'ottimo airan, la degustazione dell'impareggiabile yogurt e
la scoperta di quella delizia chiamata kebab in tutte le sue versioni,
nonchè il pide, che assomiglia alla pizza italiana.
Ricevimenti e feste di accoglienza per le strade
della Turchia. Momenti di ristoro, incontri con i giornalisti, con
parlamentari e con la gente a Kastamonu, Safranbolu ed Ulus.
Il paesaggio
Il mese di agosto nelle calde strade da Cessme
al Mar Nero è il percorso della frutta. La frutta della Turchia
ha la dolcezza regalata dal sole. Lungo le strade per Boursa le
pesche sembravano sorridere alla comitiva e poi quanti squisiti
meloni lungo tutte le strade per Bandirma e Bolu. Le angurie creavano
una festa di colori sulle tavole di tutti i pranzi e di tutte le
cene. Unica sofferenza per i cinque ciclisti erano, in alcuni tratti
gli asfalti, a grana grossa, delle strade che provocavano forti
e continue vibrazioni dei telai delle biciclette.
Il paesaggio era il più vario: dalle periferie trafficatissime delle
grandi città, alla pace dei paesaggi ondulati, alle salite dure
e impegnative delle coste del Mar Nero, tutte immerse nel verde
e nella bellezza dei profondi panorami che si aprivano ad ogni curva
sull'azzurro del mare e del cielo.
Immagini della Paflagonia: a sinistra
paesaggi sul Mar Nero tra Amasra e Inebolu. Sopra: coltivatrici
di aglio lungo la strada per Kastamonu.
L'impegno atletico dei ciclisti
L'impegno sportivo dei ciclisti è stato
molto elevato durante il lungo tragitto percorso. La media delle
distanze giornaliere percorse era di 150 km, con tappe che arrivavano
a 230 km.
Era il mese di agosto e le temperature arrivavano ai 41gradi. L'assunzione
di liquidi arrivava attorno ai 7-8 litri al giorno con punte di
12 litri. La velocità media si aggirava attorno ai 28\30 km orari.
E poi c'era la tenuta psicologica che richiedeva di superare difficoltà
fisiche, ma anche di sostenere la motivazione e lo spirito di gruppo
quando la fatica era tanta, le salite dure, le strade a volte sconnesse
e la lontananza da casa e dalla famiglia si faceva sentire.
Alla fine è rimasto l'orgoglio di avercela fatta, di aver contribuito
a dare un forte significato ad un progetto che senza quel gesto
sportivo e di sacrificio avrebbe perso di valenza: gli antichi e
mitici Enetoi della Paflagonia, famosi per i cavalli, avevano percorso
la strada dal Mar Nero a Troia e, per mare, fino al Veneto, in Italia
e i moderni Veneti di oggi avevano compiuto sui loro cavalli d'acciaio
il percorso al contrario. Era questa la simbolica chiusura di un
cerchio ideale, dopo tremila anni.
Campi di girasole in Toscana (Italia)
I ciclisti per le strade da Boursa a Bartin
L'antica Vilusa, Ilio, Troia
Il suo volto era squadrato, i capelli bianchi,
il viso abbronzato, la corporatura forte...il tutto insieme ad una
essenziale, sobria e simpatica cordialità tedesca. Colpiva che sapesse
parlare certo il tedesco, ma anche il turco, l'inglese, il francese,
oltre che il greco ed il latino...dopo un po', come se non fosse
abbastanza, intuimmo che capiva anche l'italiano. Era Korfmann,
Manfred Korfmann, il capo della spedizione archeologica che da 13
anni scavava la collina di Hissarlik sulle orme di chi, prima di
lui e illustre personaggio, tedesco pure lui, aveva scavato quei
luoghi scoprendo le rovine dell'antica Troia omerica e non solo:
Heinrich Schliemann.
L'archeologo, con i suoi collaboratori, una
trentina, ci accolse leggendo un bel saluto e concedendosi a qualche
dichiarazione giornalistica.
Fu uno dei momenti più belli del viaggio:
Troia era epicentro del senso profondo del viaggio. Troia è la città
della Troade, della Turchia, dell'Asia Minore, ma è città del mondo,
almeno della cultura occidentale. Omero con il suo "grande
romanzo storico" l'ha fatta divenire "città del mondo",
patrimonio dell'umanità.
Là Korfmann stava scoprendo nuove realtà
archeologiche che racconteremo nella prossima puntata. Allora rimanemmo
colpiti dalla guida che della città ci fece un suo collaboratore,
Brian Rose, un professore statunitense dal bel profilo affilato,
dal sorriso aperto e con un cappello che faceva venire in mente
Indiana Jones.
Troia: incontro con l'archeologo
prof. Manfred Korfmann ed il prof. Brian Rose che fa da guida ai
ciclisti nella visita alle rovine.
L'arrivo
C'era uno strano silenzio quando
il gruppo arrivò alle porte di Bartin, la cittadina della Paflagonia
che scegliemmo come punto di arrivo simbolico del viaggio. Bartin
ha 40.000 abitanti ed una bella vitalità. La gente, i suoi governanti,
i giornalisti, i dipendenti dell'amministrazione comunale, gli imprenditori,
i rotariani rimangono in mente per la cordialità e l'efficienza.
Arrivarono e c'era uno strano silenzio di attesa...svoltarono all'ultima
curva e...certe scene rimangono impresse nella mente per sempre:
la strada, il boulevard.....era transennato ai lati con una fila
ininterrotta di persone che all'arrivo dei cinque ciclisti in formazione,
del motociclista rosso e del camper si mise ad applaudire fragorosamente,
a salutare, mentre dalle finestre venivano lanciati secchi di striscioline
di carta...un trionfo di emozioni e di calore. Gli otto amici percorsero
quel tratto di strada che non dimenticheranno mai e , in fondo,
furono accolti da un "muro" di persone sedute che li aspettavano:
c'erano i ministri della cultura e dell'energia, il parlamentare
Cafer Tufan Yazicioglu che tanto aveva sostenuto e aiutato il progetto
Paflagonia venendo anche in Italia e contribuendo a far conoscere
la sua terra, c'era il caro parlamentare Hadi Dilekci, i cordiali
sindaci di Amasra e Kurukasile nonchè il vulcanico sindaco di Bartin,
Riza Yalcinkaya denominato poi il sindaco "no problem"
per come cercava di trasformare ogni problema legato al progetto
in un problema risolto. C'erano anche tanti amici del Rotary di
Bartin e altri venuti appositamente dall'Italia e dal club di Cittadella.
Appena scesero dai loro mezzi, gli otto protagonisti furono incoronati
di alloro, rifocillati, intervistati, fotografati, applauditi, abbracciati...seguirono
gli inni nazionali italiano e turco, cantati entrambi dai presenti
e con punte di viva emozione. Seguirono i discorsi delle autorità
italiane e turche e lo scambio della "terra" , ma proprio
terra, portata dagli italiani in appositi vasi e che fu ricambiata
con altra terra del suolo della Paflagonia. Uno scambio di simboli
che significava molto per entrambi i popoli e che era suggello di
amicizia e fraternità, oltre ogni diversità di cultura, lingua,
religione e costume.
Per quella terra, per la grande area anatolica e caucasica erano
passati i progenitori di tutti gli europei, quegli abitanti provenienti
dall'Africa e dalla Mesopotamia che importarono l'agricoltura in
tutte le pianure europee, in quei tempi antichi quando non c'erano
frontiere e gli uomini erano solo uomini...un segno forse per una
prossima fratellanza europea.
Accoglienze all'arrivo alla presenza
dei Ministri alla Cultura e all'Energia.