Viaggio in tre puntate nel "Progetto Paflagonia"
II^ puntata


Con il presente articolo continuiamo il viaggio di conoscenza, in tre puntate, all'interno di alcuni progetti, realizzati e da realizzare, che interessano la storia antica dell'Italia e della Turchia.
Ci accompagneranno due amici appassionati di storia e della cultura italiana e turca: uno italiano, Ugo Silvello e una nostra connazionale, Emel Ege.

Al centro di questo viaggio ci sono L'Iliade e le vicende della città di Troia, narrate da Omero.
Partendo da quelle narrazioni epiche, sull'onda delle scoperte di H. Schliemann nell'800, ponendo attenzione alla verosimiglianza storica di molte notizie tratte dall'Iliade, sono nati, sono stati realizzati e stanno nascendo dei progetti che uniscono la leggenda, la storia antica e la storia recente dell'Italia e della Turchia.
Con questi progetti la storia è diventata e sta diventando una bella occasione di dialogo non solo tra addetti ai lavori, ma anche tra le genti e le istituzioni di due nazioni antiche affacciate sul Mediterraneo: la Turchia e l'Italia.

 

 

 

Seconda parte

Il viaggio in bicicletta dall'Italia alla Turchia
"Progetto Paflagonia"

Ritorno alle Origini
Un viaggio tra sport, cultura ed avventura.


All'arrivo i cinque ciclisti che avevano pedalato per 2974 chilometri ed i tre accompagnatori al seguito ebbero una straordinaria sorpresa...ma andiamo con ordine!
Nella prima parte del racconto, già pubblicata, sono state narrate le motivazioni del viaggio.
Ora raccontiamo il viaggio, la sua organizzazione ed il suo svolgimento.

Prima della partenza

Gli organizzatori sapevano fin da subito che non era una cosa semplice organizzare un viaggio per otto persone e per quasi un mese: in bicicletta, in agosto, in due nazioni. Era necessario prendere contatti, accordi, prevedere spese, predisporre itinerari, tappe, pernottamenti, incontri, contatti con i media, trovare sponsor, avere interpreti al seguito...

Alcuni protagonisti

La preparazione iniziò oltre un anno prima: grandi protagonisti furono, oltre agli otto amici viaggiatori anche altri personaggi, eccoli…

"Ho un'idea curiosa...un viaggio in Paflagonia!" e uno degli organizzatori del viaggio la espose all'amico Amerigo Sartore, imprenditore della provincia di Padova (Italia) con un'azienda."Elite" tra le leader italiane ed europee nella produzione di accessori per il ciclismo amatoriale e sportivo. Da lì partì tutto e divenne progetto realizzato.
Mujdat Yessildag è stato l'altro imprenditore di Bursa e di Istanbul che ha promosso in terra turca il viaggio. Muidat ha un'azienda che produce componenti per la segnalazione acustica nei mezzi di trasporto e tiene rapporti commerciali anche con l'Italia. E' stato questo personaggio che ha tenuto i contatti con le autorità turche ed ha facilitato tutto il viaggio di oltre 1700 km da Cesme a Bartin.
Cafer Tufan Yazicioglu, parlamentare del territorio di Bartin. Grande organizzatore e cordiale sostenitore del progetto "Paflagonia" in tutte le sue fasi: dal lancio in Italia, al lancio ad Istanbul, all'accompagnamento nel percorso turco.
Emel Ege, farmacista, appassionata del suo paese e di Venezia: all'inizio semplice interprete e poi sempre più intelligente e preziosissima protagonista della continuazione del progetto.
Riza Yalcinkaya, sindaco di Bartin, città di arrivo della spedizione: energico ed attivissimo promotore e sostenitore del progetto "Paflagonia" fin dalla sua nascita.Ha organizzato una splendida accoglienza nella sua città in tutte le fasi del, progetto anche oltre la prima fase


Da sinistra a destra: Mujdat Yessildag, Cafer Tufan Yazicioglu, Riza Yalcikaya, Amerigo Sartore, Emel Ege

Il lancio del progetto

Il 12 luglio 2001 avvenne a Fontaniva, Padova, Italia, presso l'azienda Elite di Amerigo Sartore, il lancio del progetto, presente tra le varie autorità anche il sottosegretario, allora, al Ministero della Cultura turca, Sig. Fikret N.Uccan. Fu una cerimonia con oltre 100 persone presenti e con inni nazionali e discorsi delle autorità e dei protagonisti.
Il 20 luglio, ad Istanbul, presso l'ambasciata italiana, presente l'ambasciatore italiano e molte autorità, avvenne il lancio del progetto in Turchia. La stampa e le televisioni seguirono e dettero ampio risalto all'avvenimento.


Mr. Fikret N.Uccan Invitati, e autorità al lancio del progetto

E partirono...

Era il 29 luglio quando la carovana partì dal Veneto dopo che il sindaco di Fontaniva (Italia), Luciana Bertoncello, tagliò il nastro in mezzo alla folla ed ai giornalisti.

In Italia: Fontaniva, Padova ( presso la Tomba di Antenore il mitico capo troiano che guidò, secondo, lo storico Tito Livio e il poeta epico Virgilio, gli Eneti da Troia fino a dove ora sorge Padova ed in onore del quale, nel medioevo, fu eretta simbolicamente la tomba che ora si può vedere davanti al palazzo della provincia di Padova), Volterra in Toscana (in onore della terra in cui svilupparono la loro civiltà gli etruschi, popolo italico da cui i Veneti Antichi trassero l'alfabeto per la loro scrittura), Terni, Pescara, San Severo, Bari, Brindisi.

In Turchia: Cessme (punto di sbarco del traghetto da Brindisi), Izmir, Edremit Cannakkale (Troia), Bandirma, Boursa, Adapazari, Bolu, Amasra (la "perla del Mar Nero" con un bellissimo porto protetto da penisole e con resti tra l'altro di epoca romana), Inebolu, Kastamonu (la città più importante dell'area con vicino rovine poco conosciute della città di Pompeiopolis (ora Taskopru), Safranbolu (uno scrigno di storia ottomana dove le antiche abitazioni creano armonie e climi impareggiabili), Bartin ( la città di arrivo della spedizione, l'antica Partenio con il fiume cantato da Omero e circondato da bellissime abitazioni ed ora ospitali abitanti).


Immagini del viaggio in Italia ed in Turchia. Sopra: tre dei cinque ciclisti incoronati di alloro dopo una tappa molto dura, sulle coste del Mar Nero.

Il viaggio in cifre

-Chilometri percorsi in bicicletta: 2974
-Temperature: dai 35 ai 41 gradi
-Forature: 7
-Preparazione atletica nei mesi precedente: dai 3 ai 7 mila Km percorsi da ogni ciclista
-Tappe: 150 km in media (max 23° Km)
-Velocità media in pianura: 28\30 Km orari


Grafico dell'itinerario dallItalia (Veneto) alla Turchia (Paflagonia), passando per Troia.

Del viaggiare...fascino e rischio

Dall'Italia e dal Triveneto, quell'anno 2001 non partirono soltanto gli otto protagonisti del "Progetto Paflagonia", ma anche due altre spedizioni: una di queste percorse 8.000 Km, da Venezia a Pechino, passando per il nord della Turchia, sulla strada del viaggiatore veneziano Marco Polo; l'altra spedizione con altri tre ciclisti, giornalisti e scrittori, mosse dall'Italia orientale, attraversò la ex Iugoslavia, la Grecia ed arrivò ad Istanbul.
Fu l'anno dei viaggi in bicicletta dall'Italia per, e, attraverso la Turchia.
Il viaggiare!?
Perchè questo desiderio di viaggiare?
Forse dentro anche ad ogni uomo moderno rimane un Ulisse che desidera esplorare, andare oltre i propri confini conosciuti, al di là...il viaggiare diviene percorso nello spazio, nel tempo (storia) e anche viaggio dentro di sè.
Nel viaggiare si incontrano anche i rischi! Ed ecco che durante il viaggio, subito, al secondo giorno, in Toscana, in Italia, il camper degli accompagnatori viene visitato dai ladri. Il furto sottrae documenti, soldi ed attrezzature fotografiche e per videoriprese.
Tutto il viaggio è a rischio!
Il fatto crea uno scoraggiamento nella comitiva, ma poi si ritrova l'energia e l'organizzazione per poter continuare limitando gli inconvenienti.
Non è l'unico inconveniente del viaggio, seguono una caduta dalla bici, una lieve dalla moto, un irritazione ad occhio di un ciclista…ma nessun problema di "intestino" la cucina e la pulizia del cibo non creano alcun problema alla spedizione.

Gli incontri
Viaggiare è incontrare gente.
Lungo le strade dell'Italia e della Turchia gli incontri sono stati tanti ed anche le domande sul perchè di quel "Progetto Paflagonia".
Ogni sera, all'arrivo in ogni città, il gruppo veniva accolto ed ospitato ad una cena del locale club Rotary.
Il Rotary è un'associazione internazionale fondata nel 1905, da Paul Harris, negli Stati Uniti d'America. E' diffusa capillarmente in tutto il mondo (30.000 club in 160 paesi) con scopi solidaristici e di servizio nei riguardi delle comunità e delle persone. Persegue, attraverso i suoi "service" azioni di aiuto, di pace, di condivisione e di collaborazione. Il viaggio è stato sostenuto dal Rotary dei due paesi, Italia e Turchia, ed in particolare dal club di Cittadella (Padova, Italia) e di Bartin (Turchia).
L'incontro con i rotariani era sistematicamente seguito dalla descrizione del senso del viaggio. L'ospitalità è stata bellissima come pure l'aiuto e l'incoraggiamento.
Molto sentiti sono stati anche gli incontri con le persone lungo le strade, gli scambi di doni, i discorsi e le accoglienze nelle piazze dei paesi, gli spuntini, i pranzi nei villaggi, le bevute dell'ottimo airan, la degustazione dell'impareggiabile yogurt e la scoperta di quella delizia chiamata kebab in tutte le sue versioni, nonchè il pide, che assomiglia alla pizza italiana.


Ricevimenti e feste di accoglienza per le strade della Turchia. Momenti di ristoro, incontri con i giornalisti, con parlamentari e con la gente a Kastamonu, Safranbolu ed Ulus.

Il paesaggio

Il mese di agosto nelle calde strade da Cessme al Mar Nero è il percorso della frutta. La frutta della Turchia ha la dolcezza regalata dal sole. Lungo le strade per Boursa le pesche sembravano sorridere alla comitiva e poi quanti squisiti meloni lungo tutte le strade per Bandirma e Bolu. Le angurie creavano una festa di colori sulle tavole di tutti i pranzi e di tutte le cene. Unica sofferenza per i cinque ciclisti erano, in alcuni tratti gli asfalti, a grana grossa, delle strade che provocavano forti e continue vibrazioni dei telai delle biciclette.
Il paesaggio era il più vario: dalle periferie trafficatissime delle grandi città, alla pace dei paesaggi ondulati, alle salite dure e impegnative delle coste del Mar Nero, tutte immerse nel verde e nella bellezza dei profondi panorami che si aprivano ad ogni curva sull'azzurro del mare e del cielo.



Immagini della Paflagonia: a sinistra paesaggi sul Mar Nero tra Amasra e Inebolu. Sopra: coltivatrici di aglio lungo la strada per Kastamonu.

L'impegno atletico dei ciclisti

L'impegno sportivo dei ciclisti è stato molto elevato durante il lungo tragitto percorso. La media delle distanze giornaliere percorse era di 150 km, con tappe che arrivavano a 230 km.
Era il mese di agosto e le temperature arrivavano ai 41gradi. L'assunzione di liquidi arrivava attorno ai 7-8 litri al giorno con punte di 12 litri. La velocità media si aggirava attorno ai 28\30 km orari. E poi c'era la tenuta psicologica che richiedeva di superare difficoltà fisiche, ma anche di sostenere la motivazione e lo spirito di gruppo quando la fatica era tanta, le salite dure, le strade a volte sconnesse e la lontananza da casa e dalla famiglia si faceva sentire.
Alla fine è rimasto l'orgoglio di avercela fatta, di aver contribuito a dare un forte significato ad un progetto che senza quel gesto sportivo e di sacrificio avrebbe perso di valenza: gli antichi e mitici Enetoi della Paflagonia, famosi per i cavalli, avevano percorso la strada dal Mar Nero a Troia e, per mare, fino al Veneto, in Italia e i moderni Veneti di oggi avevano compiuto sui loro cavalli d'acciaio il percorso al contrario. Era questa la simbolica chiusura di un cerchio ideale, dopo tremila anni.

Campi di girasole in Toscana (Italia)


I ciclisti per le strade da Boursa a Bartin

L'antica Vilusa, Ilio, Troia

Il suo volto era squadrato, i capelli bianchi, il viso abbronzato, la corporatura forte...il tutto insieme ad una essenziale, sobria e simpatica cordialità tedesca. Colpiva che sapesse parlare certo il tedesco, ma anche il turco, l'inglese, il francese, oltre che il greco ed il latino...dopo un po', come se non fosse abbastanza, intuimmo che capiva anche l'italiano. Era Korfmann, Manfred Korfmann, il capo della spedizione archeologica che da 13 anni scavava la collina di Hissarlik sulle orme di chi, prima di lui e illustre personaggio, tedesco pure lui, aveva scavato quei luoghi scoprendo le rovine dell'antica Troia omerica e non solo: Heinrich Schliemann.

L'archeologo, con i suoi collaboratori, una trentina, ci accolse leggendo un bel saluto e concedendosi a qualche dichiarazione giornalistica.

Fu uno dei momenti più belli del viaggio: Troia era epicentro del senso profondo del viaggio. Troia è la città della Troade, della Turchia, dell'Asia Minore, ma è città del mondo, almeno della cultura occidentale. Omero con il suo "grande romanzo storico" l'ha fatta divenire "città del mondo", patrimonio dell'umanità.

Là Korfmann stava scoprendo nuove realtà archeologiche che racconteremo nella prossima puntata. Allora rimanemmo colpiti dalla guida che della città ci fece un suo collaboratore, Brian Rose, un professore statunitense dal bel profilo affilato, dal sorriso aperto e con un cappello che faceva venire in mente Indiana Jones.


Troia: incontro con l'archeologo prof. Manfred Korfmann ed il prof. Brian Rose che fa da guida ai ciclisti nella visita alle rovine.

L'arrivo

C'era uno strano silenzio quando il gruppo arrivò alle porte di Bartin, la cittadina della Paflagonia che scegliemmo come punto di arrivo simbolico del viaggio. Bartin ha 40.000 abitanti ed una bella vitalità. La gente, i suoi governanti, i giornalisti, i dipendenti dell'amministrazione comunale, gli imprenditori, i rotariani rimangono in mente per la cordialità e l'efficienza.
Arrivarono e c'era uno strano silenzio di attesa...svoltarono all'ultima curva e...certe scene rimangono impresse nella mente per sempre: la strada, il boulevard.....era transennato ai lati con una fila ininterrotta di persone che all'arrivo dei cinque ciclisti in formazione, del motociclista rosso e del camper si mise ad applaudire fragorosamente, a salutare, mentre dalle finestre venivano lanciati secchi di striscioline di carta...un trionfo di emozioni e di calore. Gli otto amici percorsero quel tratto di strada che non dimenticheranno mai e , in fondo, furono accolti da un "muro" di persone sedute che li aspettavano: c'erano i ministri della cultura e dell'energia, il parlamentare Cafer Tufan Yazicioglu che tanto aveva sostenuto e aiutato il progetto Paflagonia venendo anche in Italia e contribuendo a far conoscere la sua terra, c'era il caro parlamentare Hadi Dilekci, i cordiali sindaci di Amasra e Kurukasile nonchè il vulcanico sindaco di Bartin, Riza Yalcinkaya denominato poi il sindaco "no problem" per come cercava di trasformare ogni problema legato al progetto in un problema risolto. C'erano anche tanti amici del Rotary di Bartin e altri venuti appositamente dall'Italia e dal club di Cittadella.
Appena scesero dai loro mezzi, gli otto protagonisti furono incoronati di alloro, rifocillati, intervistati, fotografati, applauditi, abbracciati...seguirono gli inni nazionali italiano e turco, cantati entrambi dai presenti e con punte di viva emozione. Seguirono i discorsi delle autorità italiane e turche e lo scambio della "terra" , ma proprio terra, portata dagli italiani in appositi vasi e che fu ricambiata con altra terra del suolo della Paflagonia. Uno scambio di simboli che significava molto per entrambi i popoli e che era suggello di amicizia e fraternità, oltre ogni diversità di cultura, lingua, religione e costume.
Per quella terra, per la grande area anatolica e caucasica erano passati i progenitori di tutti gli europei, quegli abitanti provenienti dall'Africa e dalla Mesopotamia che importarono l'agricoltura in tutte le pianure europee, in quei tempi antichi quando non c'erano frontiere e gli uomini erano solo uomini...un segno forse per una prossima fratellanza europea.


Accoglienze all'arrivo alla presenza dei Ministri alla Cultura e all'Energia.